Disciplina e costanza: aiuta il tuo cervello a renderti più produttivo!

Esiste una soluzione vincente per superare un periodo di crisi? Magari. Sarebbe bello poter avere la bacchetta magica e sistemare tutto con un Salagadula. Sfortunatamente, nel mondo reale è necessario in primis comprendere ed ammettere di essere in crisi, e poi, solo in un secondo momento, analizzarsi e arrabattarsi per trovare il modo di uscirne.

Tutti noi, eccezion fatta per i narcisisti, ci sentiamo persi e smarriti almeno una volta nella vita. Tutti ci sentiamo dei perdenti, depressi, pezzi di niente che non sono in grado di fare nulla. Tutti, prima o poi, si guardano intorno pensando che gli altri siano tutti più avanti di loro nel gioco della vita. Bene, fatta questa premessa stabilendo che siamo tutti sulla stessa barca, posso provare a dare qualche consiglio su come giostrarsi in questi periodi di crisi.



Ci sono tanti tipi di crisi, piccole, grandi, passeggere, lunghe, amorose, relazionali, lavorative, monetarie, economiche: sembra che la vita stessa sia un continuo essere in crisi. Che fortuna, eh? Per questo ci tengo a sottolineare come tutti, bene o male, siano costretti ad affrontare periodi bui nel corso della nostra esistenza su questa terra. È perfettamente (e purtroppamente, cit.) normale.  
Se ci sono tante crisi però, conseguentemente, ci sono anche tanti modi per uscirne e tante soluzioni diverse adottabili a seconda del problema da risolvere. Dato che in questo blog mi dedico principalmente alle personalità e alla ricerca di sé, la crisi che voglio affrontare è una crisi generale. Mi riferisco, più nei dettagli, al sentimento umano del mi sento perso e non so dove sto andando, né cosa voglio fare della mia vita. Sono parole che potrebbero uscire dalla vostra bocca? Bene, allora questo post è dedicato a voi. Anzi, a noi.

Sentirsi persi

Orientamento

Per prima cosa, per tanti il sentirsi persi potrebbe non essere affatto un problema, anzi. Beate le persone che amano perdersi: nelle città, nel mondo, nella vita. Che vedono nel perdersi una possibilità di scoprire qualcosa di nuovo e potenzialmente magico. Vi invidio moltissimo e vi auguro una vita meravigliosa. 
Ora scusatemi, anime viaggianti, ma devo rivolgermi a me e a quelli come me: quelli che si perdono non per volontà, ma perché, pur volendo proseguire, non sanno dove andare. Ho già fatto riferimento a questo tema nell'articolo dedicato a "Crisi e MBTI" che vi incito a leggere, nel quale descrivevo il mondo delle personalità come una bussola per orientarsi. La sensazione di smarrimento ci atterrisce e ci immobilizza, diventiamo come quegli animali che restano immobili per non essere visti dai predatori. E più il tempo passa, più si peggiora. Credetemi sulla parola. 
Ecco, il mio intento è quello di fornire una possibile soluzione proprio a questo tipo di crisi: quella del non avere un obiettivo nella vita. Questa soluzione non vi farà riscoprire il vostro sogno interiore, ma vi fornirà gli ingredienti necessari per preparare il gustosissimo primo piatto del: ho uno scopo nella vita, non sono inutile! Si tratta di un semplice esercizio di disciplina: i miei cari fratelli ENFP e i miei cugini ENTP stanno già tremando. Volete sapere cosa significano queste sigle? Leggete qui! Non abbiate paura. Leggete e decidete cosa preferite fare.

Disciplina e produttività

Potrei fermarmi qui. Perché sì, la soluzione è proprio quella che leggete qui sopra. Disciplina e produttività. Ecco il segreto arcano per vivere appieno la vita, custodito e nascosto da millenni nei meandri più segreti dell'oceano Pacifico. Tutto qui. D'altro canto i monaci tibetani che lavorano, pregano e imparano il valore del rispetto e dell'obbedienza rintanati nei loro monasteri non saranno mica tutti cretini, no? O, senza andare troppo lontano, guardiamo ai nostri amici benedettini: ora et labora. 

Medita e lavora


Quindi non è veramente un segreto, anzi, è proprio lì in bella vista: la regola impone che l'essere produttivo, il rendersi utile, stia alla base del nostro benessere. 
Attenzione: pur riconoscendo l'importanza sacrosanta del lavorare duro, non si tratta però della produttività estrema (toxic productivity) intesa nella Hustle Culture (di cui magari scriverò più avanti), che reputo incredibilmente deleteria, specie per le persone che hanno un rimo più lento e non riescono a "stare al passo". Mi riferisco piuttosto alla produttività in senso stretto: il semplice fare qualcosa. Qualunque cosa essa sia.

Fai qualcosa!

Quindi, abbiamo capito qual è la soluzione. Ok, fino qui è facile. Ma mi spieghi come si applica tutto ciò alla vita reale? La risposta a questa domanda è spiegata benissimo in questo video di Objective Personality (che mi ha ispirata anche alla scrittura di questo post), in cui viene messa a parole la tattica definitiva per cominciare a diventare produttivi, che è anche il primo passo per uscire dalla crisi dello smarrimento.




Per riassumere brevemente il video a chi non mastica l'inglese, in sostanza viene offerto un consiglio semplice quanto estremamente efficacie per aumentare la propria produttività giornaliera: 

SCRIVI TRE COSE CHE FARAI DOMANI

Esatto, veloce, rapido, essenziale. Niente di più. La parte fondamentale, spiegano Dave e Shan, è infatti quella di, letteralmente, programmare il cervello ad avere delle cose da fare e farle: per questo motivo non è importante tanto il cosa si farà domani, ma il fatto di farlo. Il suggerimento è quello di partire dalla base delle basi e continuare per minuscoli step. Vi faccio un esempio:

Domani farò: mangerò una mela, farò cinque flessioni e guarderò un film di Scorsese.

Et voilà. Mi sembra tutto piuttosto facile, no? Questo perché, ripeto, non è importante cosa si fa, quanto il portare a termine un piano, qualunque esso sia, affinché il nostro cervello possa entrare nel mood ed essere soddisfatto per l'essersi attenuti al piano. Questo ci spingerà automaticamente a volerne di più. Richiede tempo? Certamente. Tempo e costanza, e la costanza, si sa, va a braccetto con la disciplina. Capito perché conosco il problema? Perché essendo una ENFP ho, per predisposizione naturale, la disciplina e la dedizione di un pesciolino rosso e tutto, anche i tre compiti più semplici del mondo elencati qui sopra, se imposti (o meglio, autoimposti), mi mandano in palla. Ecco perché richiede tempo. Ecco perché richiede sforzo. D'altro canto, sforzarsi ed evolversi è l'unico modo per migliorarsi.

L'importanza di andare per gradi

Voglio focalizzarmi su questo punto che, secondo me, è importante tanto quanto mantenere la costanza: il fissarsi degli obiettivi plausibili. Se fino a ieri infatti eravate in crisi mistica perché non avevate una mezza idea su cosa volevate fare della vostra vita, non potete aspettarvi di arrivare al momento di scrivere la vostra lista di tre cose e metterci dentro: diventare un pilota d'aerei, ottenere la pace nel mondo e giocare nell'NBA. 
Il fissare l'asta troppo in alto non farà altro che ritorcervi il trucchetto contro: il vostro cervello sarà frustrato perché non riuscirà a portare a termine nessuno dei punti elencati. L'obiettivo, ripeto, è quello di darsi un'auto-pacca sulla spalla, di dirsi un "bravo, vedi che non sei poi così coglione?", per potersi costruire un metodo e, perché no, una fiducia in sé stessi, e poter affrontare sfide sempre più impegnative. 
Spesso questa cosa di doversi costruire una propria disciplina attraverso la costanza e la ripetizione viene considerata come una cosa quasi ovvia, una lezioncina da cartone animato per bambini. Allora per quale motivo la maggior parte della gente che vuole imparare a suonare uno strumento molla dopo poco tempo? Che comincia ad andare in palestra smette di andarci dopo un mese? Che dopo essersi fatto un amico lascia morire la relazione dopo un po' che non ci si vede? Perché non si va per gradi, specialmente nella società del tutto e subito, e si perde l'interesse e, conseguentemente, la possibilità di diventare produttivo e di formare disciplina.

Vi lascio con un video che tutti conoscono e che riassume perfettamente questa filosofia:


See ya.



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