Chi sono gli ENFP? Il potere dell'Intuizione Estroversa

Bella domanda, grazie per avermelo chiesto. Chi è l'ENFP? O meglio, chi sono gli ENFP? Nel post precedente ho accennato al fatto che esistono molte sottocategorie per ognuno dei 16 tipi e che gli ENFP hanno come funzione dominante l'intuizione estroversa. Ma cosa significa questo nella vita reale? E, soprattutto, che ne è di tutto il resto? Scopriamolo insieme.


Premesse necessarie perché repetita iuvant: 


  • Punto primo, non sono un'esperta del settore, riassumo solo quello che ho, spero, capito di tutta la faccenda. 
  • Punto due, di ENFP (così come di tutti gli altri tipi), ne esistono molte varianti, diciamo che quella che mia accingo a descrivere è la forma basic. 
  • Punto tre: tutti abbiamo tutte le funzioni cognitive e tutti, bene o male, possiamo fare tutto. 


Le differenze si palesano quando andiamo a vedere come queste funzioni vengono da noi manifestate, in pratica, come il nostro cervello è collegato. 

In alcune branche della psicologia e della sociologia (nella socionica ad esempio) vengono incluse anche le funzioni che nella mia analisi non figurano, ossia le quattro alternative a quelle principali (banalmente, se le funzioni primarie di un ENFP sono Ne, Fi, Te, Si, nella socionica vengono tenute in considerazione anche le alternative che si presentano a scalare nello stesso ordine: Ni, Fe, Ti, Se, "indebolendosi" mano a mano che si scende).


Ma lasciamo da parte queste cose complicate che altri sanno spiegare meglio di me e torniamo alla ciccia!


Le 8 funzioni cognitive.

Ma quindi, alla fine, di cosa è fatto l'ENFP? Della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni? Non proprio. Andiamo a vedere. 


Alla funzione dominante, Ne, ho già accennato nell'articolo precedente. Si tratta dell' Extraverted iNtuition, l'intuizione estroversa. Il fatto che questa funzione sia rivolta verso l'esterno (indipendentemente che sia iNtuition o Sensing, quindi Ne o Se) implica una sorta di curiosità per il mondo al di fuori di noi. Sono funzioni che mirano all'accumulo di dati, si fa in ambedue i casi riferimento all'azione di "assorbire il più possibile". In cosa si traduce nella realtà? Nel caso dell'Ne, che si nutre di collegamenti e registra i pattern di tutte le cose, visualizziamola così: un ENFP sta leggendo e gli capita sotto gli occhi la parola "sale", così, de botto. Inconsciamente comincerà a fare collegamenti: 

il sale della vita, il sale della terra, come quella canzone di Ligabue... Anche il pittore si chiamava Ligabue...Poi c'era anche Cimabue, ma quello era il maestro di Giotto. Da piccolo avevo i colori Giotto...

Usare aneddoti come questo è un po' fuorviante, perché essendo che tutti possono fare tutto, questa caratteristica di collegare non è propriamente solo dell'ENFP o dell'ENTP (o in generale di tutti quelli che hanno Ne come funzione dominante o secondaria), ma mi serve per far capire come lavora il cervello di questi tipi, per associazioni, ricordi e, appunto, collegamenti. È questo il potere principale dell'ENFP.

Un buon ENFP da questa immagine comincerebbe a pensare al meme.

Questo si riflette poi anche nel senso più letterale dell'intuizione: perché un ENFP intuisce che Marta è triste? Perché Marta, pur volendola nascondere, ha un espressione che l'ENFP ha già registrato in passato e che ora riconosce istantaneamente come tristezza, prima degli altri. Perché un ENFP riconosce se qualcuno sta mentendo? Per il tono di voce, il movimento degli occhi, minuscoli dettagli che qualcun altro, probabilmente non noterebbe. E così via. Fantastico, no? Sembra quasi un superpotere.

E con questo mi collego all'altra faccia della medaglia. Complementare all'Ne, troviamo l'Si. Le funzioni introverse (Si, Ni) mirano all'organizzazione del conosciuto. Se Ne ed Se sono un grande faro che illumina una superficie, Ni e Si sono più simili ad un mirino laser, come quelli che vengono usati per puntare alla lavagna. Si concentrano su un obiettivo, un dato, un fatto, un'idea, lo analizzano a fondo e da lì costruiscono. Metà degli ENFP hanno Si come funzione inferiore, in sostanza non sono bravi in questa cosa qui. 

Rappresentazione visiva delle quattro funzioni dell'ENFP, dalla più grande alla più piccina. Vi rimando, come sempre, al canale di Objective Personality. Ex Davesuperpowers. 


Quindi?

Innanzitutto, S fa riferimento al mondo tangibile. In questa categoria potrebbero rientrare le cose ordinarie, chessò, modulistiche, meetings, andare in banca, prendere appuntamenti. In molti casi, dover pensare a queste cose irrita l'ENFP più di quanto irriterebbe un altro tipo.

Un ENFP che deve prendere appuntamento dal dottore.

L'ENFP soffre a pensare di dover vivere la vita "normale", e preferirebbe di gran lunga vivere nella sua testa. Soffre, spesso, a farsi comprendere a pieno dagli altri. In questo è molto più simile alle personalità introverse che a quelle estroverse. Da qui nascono i modi un po' infantili dell'ENFP che non vuole crescere, portando con se i dolori dell'affrontare la vita adulta e le responsabilità e le gioie di avere sempre l'allegria e la curiosità di un bambino.

Robin Williams era un ENFP, e qui lo ritroviamo nell'interpretazione dell'uomo-bambino per eccellenza Peter Pan. Per dare l'idea di come anche dietro l'uomo più divertente si possa celare una grande ombra.

Parlerà un'altra volta di come, secondo me, questo tipo di mentalità apra le porte a disturbi d'ansia e a disturbi depressivi. Per ora rimaniamo sul pezzo. Spesso quindi, non sempre, si trovano ad avere il problema della disciplina, dell'organizzazione e del controllo. È una cosa sottile: non significa infatti che un ENFP non possa organizzare i vestiti dell'armadio ordinandoli per colore o essere metodico sul lavoro, tutt'altro (questo è il motivo per cui è ricorrere agli aneddoti complica le cose). Semplicemente, l'approccio alla vita è diverso. 

Affrontare le proprie paure: da ENFP a ENFP


Molti ENFP hanno proprio questo problema, quello di non riuscire a fermarsi e costruire: magari sanno fare tante cose, ma non hanno una conoscenza specifica, non sono esperti, ma veramente esperti, in un campo. Gli ENFP vincenti, sono quelli che sono riusciti, con il tempo e l'esperienza, a sviluppare questa loro funzione inferiore, combinandola con i propri pregi. È difficile? Da  morire. Se fosse facile saremmo tutti degli Alpha. 

I momenti in cui siamo preda della nostra funzione inferiore sono quelli in cui siamo stressati, arrabbiati e, soprattutto, abbiamo paura. Sotto stress e in mezzo alle avversità, un ENFP che male utilizza il suo introverted Sensing comincia sì a passare in rassegna il conosciuto, ma in maniera contorta. Si ritrova a rivivere il passato e i ricordi con melanconia e ossessività, ricercando una soluzione ai problemi che gli si pongono e che generalmente, grazie alla loro intuizione, superano senza sforzi. Quando questa soluzione non è immediata, l'ENFP, semplicemente, sbotta. L'irritabilità la fa da padrona, la frustrazione aumenta e si sente incapace e inutile. 

Nel mondo fisico, la volontà di riorganizzare il caos interiore si manifesta a volte mettendo in ordine intorno a sé nel tentativo "sistemare" quello che l?ENFP ha dentro, ma sempre con una sorta di ossessivo-compulsività. Per molti la chiave per scoprire il proprio tipo è proprio questa: partire dalla propria paura e da lì ricavare i pezzi per completare il puzzle. Il segreto per diventare migliori è imparare a riconoscere i propri limiti, accettarli e, diventando più coraggiosi, superarli.

I video di SaraMBTI sono molto utili per visualizzare come si comportano i vari tipi in diverse situazioni.


Quindi da una parte abbiamo un tipo affamato di conoscenza, curioso verso la vita e ogni suo aspetto, spesso conoscitore di cavoli e di re, con il potere di riuscire a interpretare le situazioni e le persone a suo favore il 90% delle volte. Dall'altra abbiamo un tipo che detesta essere controllato, ma spesso non è in grado di controllare, non vuole che gli si dica cosa deve fare, cerca scorciatoie anziché impegnarsi e non riesce a focalizzarsi su una cosa sola per troppo tempo.

E le altre funzioni? Il sentimento e il ragionamento? 


Al di là del fatto che possa essere un nuovo romanzo della Austen, nell'ENFP esse, in molti casi, si equilibrano. Il sentimento (Feeling) è introverso (Fi) e spesso è la seconda funzione dell'ENFP. Queste due funzioni, Feeling e Thinking (T), sono anch'esse estroverse o introverse, ma in un altro senso rispetto a N e S. Il verso fa infatti riferimento ai rapporti con le persone, il gruppo, la tribù e, di contro, alla nostra interiorità. F sta a significare come fa sentire? e T significa questa cosa funziona? Le domande sono rivolte rispettivamente a noi stessi se la funzione è introversa (Fi, Ti) e verso il gruppo se estroversa (Fe, Te). 

L'ENFP ha Fi e Te, sentimento introverso e ragionamento estroverso. Quindi l'ENFP assorbe i dati tramite l'intuizione e li rielabora secondo queste due declinazioni: come mi fa sentire questa cosa? e questa cosa funziona per gli altri? Per alcuni prevale l'Io, per altri prevale il gruppo. In maniera un po' semplicistica, si tratta di "cosa ne faccio di quello che assorbo"? Lo faccio per me, per la mia persona? O aspiro a conoscere il più possibile per gli altri, per mettere a disposizione queste informazioni? La base sta tutta qui.

Tutto quello che avete letto è il sunto di quello che ho imparato nel tempo e della mia personalissima esperienza, un'infarinatura del complicato mondo della tipologia. Sembra un ritratto un po' pessimista dell'ENFP, ma non credo sia vero. Semplicemente volevo smontare un po' quello stereotipo che si è creato nella community MBTI che vede l'ENFP come una fatina felice, un unicorno che lancia glitter correndo nei prati. Per quanto questo ritratto possa essere appealing, bisogna sempre considerare che chi può provare un tale livello di felicità, può provare anche un tale livello di tristezza. Il segreto è, come sempre, nello stare in equilibrio.


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